Articolo Norvegia progetto Erasmus+ 2024-1-IT02-KA122-SCH-000226770

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da Segreteria

del lunedì, 01 dicembre 2025

Docenti dell'Istituto Comprensivo di Cherasco in Norvegia: Chiude con Successo il Progetto Erasmus+ su Inclusione e Outdoor Education. La delegazione italiana conclude la mobilità finale del progetto KA122 "L'esperienza naturale in outdoor: i giardini inclusivi" presso l'Algarheim Skole di Jessheim con importanti riflessioni su innovazione educativa, pari opportunità e cooperazione europea tra donne leader nella scuola.

Dal 15 al 17 ottobre 2025, una delegazione composta dalla Prof.ssa Eleonora Marchello, dall'Ins.te Tiziana Bonasso e dal personale ATA Ivana Fea e Claudia Ferraro dell'Istituto Comprensivo "Sebastiano Taricco" di Cherasco ha concluso con successo la propria partecipazione al progetto Erasmus+ KA122 "L'esperienza naturale in outdoor: i giardini inclusivi". L'attività di Job Shadowing presso l'Algarheim Skole di Jessheim, coordinata dalla dirigente scolastica norvegese Møyfrid Gresbakken e dalla responsabile del Bilingual Centre Ingunn Smørgrav, ha offerto non solo un'importante occasione di confronto sulle pratiche educative, ma ha messo in luce un elemento particolarmente rilevante per il sistema scolastico: il ruolo centrale delle donne nell'innovazione educativa.

Donne leader per un'educazione inclusiva

Colpisce subito come entrambe le istituzioni scolastiche visitate — Algarheim Skole e Gystadmarka Ungdomsskole — siano coordinate da dirigenti donne che incarnano modelli di leadership educativa consapevole e inclusiva. La dirigente Gresbakken e la sua équipe hanno condiviso con genuina apertura metodologie costruite intorno all'accoglienza, alla collaborazione orizzontale e al benessere di ogni persona della comunità scolastica. Un approccio che rispecchia come l'educazione inclusiva — tema centrale del progetto Erasmus+ — trovi terreno fertile quando guidata da visioni che tengono conto delle diverse esigenze e prospettive di studenti, insegnanti e personale ausiliario.

La delegazione italiana, composta interamente da donne — docenti e collaboratrici scolastiche — ha potuto sperimentare direttamente come il networking tra professioniste europee della scuola generi sinergie costruttive e apra spazi di riflessione critica sul proprio operato quotidiano. Durante gli incontri con il personale scolastico norvegese, è emersa inoltre una considerazione che merita attenzione: la necessità di rivedere i contratti dei docenti europei affinché riconoscano con maggior importanza il valore anche economico del lavoro quotidiano svolto con grande professionalità. L'organizzazione scolastica norvegese, infatti, testimonia come investire in stipendi dignitosi e condizioni di lavoro adeguate per gli insegnanti rappresenti una scelta strategica che incide positivamente sulla qualità dell'intero sistema educativo.  

Gli spazi dell'Algarheim Skole—luminosi, moderni, trasparenti—hanno suscitato grande ammirazione nel gruppo italiano. Non si tratta di semplice bellezza architettonica: ogni elemento dello spazio è stato concepito per favorire il benessere psicofisico, la collaborazione e l'inclusione, dalla diffusione della luce naturale al suono lieve di campanelle, dai corridoi aperti alle aule delimitate da vetrate che trasmettono trasparenza e senso di comunità.

Un momento particolarmente significativo è stato l'osservazione delle lezioni di inglese con la docente Astrid Bøhn-Abrahamsen. Confrontando queste competenze con il lavoro svolto nelle classi italiane, la delegazione ha colto una consapevolezza importante: il lavoro didattico condotto nei nostri contesti non ha niente da invidiare alle metodologie norvegesi. Siamo sulla stessa linea d'onda pedagogica, spesso con risultati paragonabili nelle competenze linguistiche sviluppate dai nostri studenti. L'osservazione ha gettato le basi per una collaborazione concreta: è già in fase di definizione un progetto eTwinning tra studenti tredicenni dei due paesi, un'iniziativa di scambio epistolare in inglese che rappresenta il frutto vivo di questa mobilità e testimonia la qualità del lavoro didattico italiano. Particolarmente significativi sono stati gli incontri presso il Bilingual Centre, dove alcuni studenti parlavano un italiano scorrevole nonostante faticassero ancora con la lingua norvegese. Si è scoperto che si trattava di figli di emigrati italiani che, dopo un periodo di permanenza nel nostro paese, avevano deciso di proseguire la loro ricerca di opportunità verso il Nord Europa. Nel dialogo con questi giovani che navigano identità multiple, lingue diverse e appartenenze frammentate è emersa la realtà contemporanea di famiglie mobili alla ricerca di casa e che portano con sé frammenti di Italia trovando in essi un ancoraggio emotivo e identitario. Incontrare "frammenti d'Italia" attraverso l'italiano di questi ragazzi ha creato momenti di inaspettata vicinanza e ha ricordato quanto la migrazione sia pratica umana attraversata da speranza, disorientamento e resilienza.

Competenze pratiche e crescita personale

Il terzo giorno ha permesso di osservare come le scuole norvegesi integrino l'apprendimento teorico con lo sviluppo di competenze manuali e creative. Dalla lezione di cucina—dove gli studenti hanno preparato piatti tradizionali norvegesi secondo precise responsabilità di gruppo—ai laboratori di lavorazione del legno e arti grafiche, ogni disciplina è stata concepita come strumento di crescita personale, autostima e consapevolezza delle proprie capacità. Discipline, come il woodwork, del tutto assenti nei curricoli italiani, che meriterebbero seria considerazione. Durante la visita alla Gystadmarka Ungdomsskole, il team italiano ha avuto l'occasione di incontrare Olga, insegnante di matematica, la cui storia incarna il significato più profondo di inclusione educativa e rigenerazione umana. Rifugiata ucraina che ha dovuto ricostruire completamente la propria vita e quella dei suoi figli fuggendo dalla guerra, Olga ha trovato in Norvegia non solo sicurezza per la sua famiglia, ma il riconoscimento autentico della sua professionalità. Insegnante di matematica in Ucraina, ha potuto continuare il suo percorso professionale in Norvegia, offrendo a se stessa e ai figli una prospettiva di stabilità, dignità e futuro. La sua scelta di proseguire la vita della sua famiglia in Norvegia rappresenta una testimonianza silente ma eloquente di come una comunità scolastica veramente inclusiva non solo accoglie chi arriva da lontano, ma riconosce e valorizza le competenze e l'umanità di ogni persona. È questo il significato ultimo dell'inclusione educativa: una scuola che crea le condizioni perché chiunque possa ricostruirsi. Un aspetto particolarmente interessante osservato alla scuola secondaria è la presenza consolidata della figura del tutor orientatore, professionista che accompagna ogni studente lungo il percorso scolastico incontrandolo regolarmente per riflettere insieme su opportunità educative, desideri personali, aspirazioni e capacità individuali. In Italia questa figura sta avviandosi a livello normativo, ma la sua attuazione richiede ancora tempo e risorse. In Norvegia rappresenta una costante strutturale che assicura a ogni giovane uno spazio dedicato di ascolto consapevole e orientamento personalizzato verso il proprio futuro. Un modello di cui l'istituto italiano prenderebbe nota.

Riflessioni e eredità del progetto

L'esperienza ha confermato un dato significativo: benché le scuole norvegesi dispongano di risorse spesso superiori a quelle italiane, l'eccellenza educativa emerge soprattutto dalla qualità della cultura organizzativa, dalla capacità di ascolto e dalla volontà di innovare. Caratteristiche che non dipendono dai budget, ma dalla visione e dalla determinazione dei professionisti della scuola.

Uno sguardo al futuro europeo

Questa mobilità rappresenta il capitolo conclusivo del progetto KA122 dell’annualità 2024/2025, ma non la fine della collaborazione. Per la delegazione di Cherasco, l'Erasmus+ non rappresenta soltanto un'occasione di formazione professionale, bensì un'opportunità concreta di costruire ponti umani e professionali che trascendono i confini nazionali. L'esperienza in Norvegia ha messo in evidenza come l'educazione possa fungere da linguaggio universale di inclusione e cooperazione, attraverso il quale le professioniste della scuola—indipendentemente dal proprio ruolo—possono confrontarsi, crescere insieme e portare visioni più consapevoli e inclusive nelle proprie comunità di appartenenza. L'intera comunità di Cherasco auspica che questa esperienza si traduca concretamente in innovazioni didattiche, in rinnovate pratiche inclusive e in una consapevolezza sempre più forte del valore della dimensione europea dell'educazione mentre la Commissione Erasmus+ del Comprensivo allestisce le nuove mobilità del progetto KA122 dal titolo “Promuovere il benessere a scuola attraverso l'inclusione” che vedrà un’ulteriore espansione del percorso di internazionalizzazione dell’Istituto cheraschese.

Progetto Erasmus+ “L’esperienza naturale in outdoor: i giardini inclusivi” - 2024-1-IT02-KA122-SCH-000226770

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